I pesci non hanno gambe

Quando si entra a far parte della famiglia del Fabbri sembra di approdare nel film Il mio grosso grasso matrimonio greco.

Avete presente no? Quello del ragazzo americano che sposa la ragazza greca e quando va a conoscere i futuri suoceri si ritrova in una casa affollata di parenti, gente che canta, musica, bambini che corrono, ognuno che dice la sua, mille pietanze per cena, casino dappertutto, ecc. ecc.

La mamma di Mauro era la più grande di 8 sorelle che a loro volta si sono sposate, hanno fatto figli e figli dei figli, e generi e nuore e via dicendo: morale della favola nel canonico pranzo di Ferragosto si toccano punte di 60 persone e passa, in un lungo interminabile tavolo-fratino.

Qui mi capita spesso di seder vicino alla cugina Barbara e al marito Paolo, due persone ironiche e interessanti, che hanno fatto bellissimi viaggi e che, appassionati (soprattutto lui) di fotografia (vedi la sua gallery su www.paolomelani.it) scelgono le loro mete anche in funzione di festival e location che meglio si prestano agli scatti.

E qui veniamo al link con questo post: nell’ultimo pranzo pasquale ci siamo messi a parlare di viaggi e di vacanze e mi dicevano che gli piacerebbe andare in Islanda.

Il pomeriggio ho continuato a rifletterci: Islanda… mmm non farebbe per me! Troppo fredda, troppo bianca, troppo desolata, troppo poco popolata, troppa neve.

Ma il mio inconscio come sempre gioca carte strane e pochi giorni dopo, gironzolando in libreria, mi ha portato proprio davanti al libro I pesci non hanno gambe (edito da Iperborea) e, indovinate dove è ambientato? Proprio in Islanda. E io che sono donna curiosa e che forse  anche questo paese alla fine del mondo un po’ mi attira, me lo son comprata e mi sono appassionata…

Una storia che è quasi un viaggio interiore ed aiuta ad esplorarsi fra gli spazi infiniti di una terra arida e severa dove le giornate trascorrano al rallentatore.

Un intrecciarsi di storie in flash back che mi ha agganciato e non mi ha più lasciato… con un amore che tutti vorremmo vivere, di “quelli che ti distruggono la vita e rendono abitabili i deserti», ma che con il tempo possono raffreddarsi diventando un banale martedì.

E dopo il sogno, arriva l’amara realtà: la routine, il tradimento, la fuga… e le mie lacrime di commozione come accade ogni volta che leggo storie di questo genere.

Ma per chi ha il cuore più saldo… non crediate che si tratta del solito libro sdolcinato: I pesci non hanno gambe raccontano anche di pescatori che vogliono navigare fino alla luna e di astronauti americani che si addestrano all’allunaggio nei campi di lava, di giovani che scoprono i Beatles e i Pink Floyd e di monelli che assaltano i camion USA per fare scorta di M&M’s.

Insomma, dopo tanto tempo un libro che mi ha davvero rapito anche se un po’ difficile da digerire… ma questo è il suo bello!

Un libro che mi ha fatto venire voglia di prendere un aereo e volare in Islanda.

5 commenti Aggiungi il tuo

  1. almerighi ha detto:

    ma noi che discendiamo dai pesci ne abbiamo due; leggerò il libro

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  2. vincenza63 ha detto:

    Grazie!
    Mi hai incuriosito molto a presto
    Vicky

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  3. almerighi ha detto:

    sì mi è piaciuto, tutto bene il … work in progress?

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